Lover at Last
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Oh, beata potenza rilasciata, pensò
Xcor guardando i suoi soldati, ognuno di loro armato e pronto per una notte di
combattimenti. Dopo le ventiquattrore del recupero che aveva seguito il
nutrimento di gruppo, mordevano il freno per uscire e trovare i loro nemici - e
lui era pronto a sguinzagliarli dal seminterrato del magazzino.
C'era un solo problema: qualcuno
camminava sul pavimento sopra di loro.
E manco a farlo apposta, i passi
erano proprio sulla botola sulla sua testa.
Nell'ultima mezz'ora, avevano studiato
gli spostamenti dei visitatori indesiderati. Uno era massiccio - un maschio.
L'altro era più piccolo - di genere femminile. Non c'era alcun odore da
seguire, comunque; quel livello sotterraneo era sigillato ermeticamente.
Con tutta probabilità, era solo una
coppia di umani che passava di lì - anche se per quale motivo due che non erano
dei senzatetto avrebbero dovuto sprecare il loro tempo girovagando in una
struttura così decrepita in una notte fredda, proprio non riusciva a immaginarlo.
Tuttavia chiunque fossero e qualunque fosse la ragione per la loro venuta, non
avrebbe avuto alcun problema a difendere i loro diritti di occupanti abusivi,
visto che lo erano.
Ma l'attesa non avrebbe danneggiato
nessuno. Se avesse potuto evitare di fare uno scempio di alcuni insignificanti
umani proprio lì? Significava che lui e i suoi soldati avrebbero continuato ad
usare quello spazio indisturbati.
Nessuno disse una parola mentre
l'andirivieni continuava.
Voci confuse. Basse e alte. Poi una
conversazione telefonica interrotta.
Xcor aveva seguito lo squillo e la chiacchierata
che ne era scaturita, camminando in silenzio verso l'altro portello dove la
persona aveva scelto di fermarsi. Restando immobile, aveva ascoltato con
difficoltà, afferrando solo la metà di una conversazione per niente
interessante che non diede loro nemmeno l'identità della coppia.
Non molto tempo dopo, gli
inconfondibili suoni del sesso filtrarono fin laggiù. Quando Zypher ridacchiò
sommessamente, Xcor guardò nella direzione del bastardo per zittirlo. Anche se
entrambe le botole erano state chiuse dal di sotto, nessuno sapeva che tipo di
problema quei topi senza coda potevano scatenare in qualsiasi situazione.
Controllò l'orologio. Aspettò che i
gemiti si spegnessero. Fece segno ai suoi soldati di restare fermi quando
successe.
Muovendosi in silenzio, si avviò
verso la botola nell'angolo più lontano del magazzino, che si apriva in quello
che doveva essere stato un ufficio di sorveglianza. Aprendo la serratura,
imbracciò una delle pistole, si smaterializzò fuori e inalò.
Non era umano.
Beh, ce n'era stato uno... ma
l'altro era qualcosa di diverso. Oltre l'angolo, la porta che dava all'esterno
era chiusa a chiave.
Procedendo come uno spettro, Xcor
poggiò la schiena contro il solido muro
di mattoni del magazzino e guardò attraverso il pannello di vetro appannato
della finestra.
Un paio di fanali brillavano là di
fronte, nel parcheggio.
Smaterializzandosi passò attraverso
un pannello a vetri rotto e andò sul tetto del magazzino dall'altra parte della
strada.
Bene, bene, era davvero
interessante.
C'era un'Ombra laggiù, seduto
dietro al volante di una BMW col finestrino al lato guidatore abbassato e una
femmina umana piegata nel SUV.
Era la seconda volta che
s'imbatteva in uno di loro a Caldwell.
Erano pericolosi.
Tirando fuori il telefono, chiamò
il numero di Throe cercando il volto del maschio tra i suoi contatti, e ordinò
ai suoi soldati di uscire e andare a combattere. Si sarebbe occupato da solo di
quella questione.
In basso, l'Ombra allungò il
braccio, tirò a sé la donna prendendola per la nuca e la baciò. Poi inserì la
retromarcia e se ne andò senza voltarsi indietro.
Xcor cambiò posizione per tenere il
passo col maschio, passando da un tetto all'altro, mentre l'Ombra si dirigeva
verso il quartiere dei club lungo le strade che correvano parallele al fiume -
All'inizio, la sensazione che
percepì nel corpo gli suggerì un cambio di direzione del vento, le raffiche
gelide sembravano venire proprio dalle sue spalle, mentre prima lo colpivano
direttamente in faccia. Ma poi pensò... no. Era una cosa puramente interna.
Qualunque increspatura sentisse era sotto la sua pelle -
La sua Eletta era nelle vicinanze.
La
sua Eletta.
Abbandonò immediatamente le tracce
dell'Ombra e si avvicinò al fiume Hudson. Cosa stava facendo -
In un'auto. Stava viaggiando in
un'auto.
Da quello che gli diceva il suo
istinto, stava andando ad alta velocità, tuttavia seguibile. Era sulla Northway
e andava a sessanta o settanta miglia all'ora.
Inseguendoli in direzione delle
file di magazzini, si concentrò sul segnale che percepiva. Poiché erano passati
mesi da quando si era nutrito da lei, era stato preso dal panico nello scoprire
che la connessione creata dal suo sangue nelle proprie vene stesse svanendo -
al punto che era difficile localizzare il veicolo.
L'aveva poi identificata in una
berlina lussuosa grazie al fatto che aveva rallentato e aveva svoltato
all'uscita che convogliava il traffico verso il ponte. Smaterializzandosi su
uno dei pilastri, piantò i suoi stivali da combattimento sulla cima di uno dei
tiranti d'acciaio e aspettò che passasse sotto di lui.
Non appena lo fece, continuò ad
andare avanti, diretto verso l'altra parte della città sulla riva opposta.
Si fissò su di lei, mantenendo una
distanza di sicurezza, anche se si chiese chi volesse prendere in giro. Se lui
poteva sentire la sua femmina, lo stesso avrebbe fatto lei.
Ma non avrebbe abbandonato le sue
tracce.
* * *
Mentre Qhuinn era seduto sul sedile
passeggero della Mercedes, teneva la sua calibro quarantacinque Heckler &
Kock in maniera discreta contro la coscia, e gli occhi passavano continuamente
dallo specchietto retrovisore, ai finestrini laterali, fino al parabrezza. Di
fianco a lui, Phury era alla guida, sul volante le mani del Fratello erano alle
dieci e dieci e lo stringevano talmente forte che era come se stessero
strozzando qualcuno.
Cavolo, c'era troppa merda schifosa
da chiarire.
Layla e il bambino. L'intero
incidente col Cessna. Quello che Qhuinn aveva fatto a suo cugino la notte
prima. E poi... beh, c'era la cosa con Blay.
Oh, benedetto Dio dei Cieli... la
cosa con Blay.
Mentre Phury imboccava l'uscita che
li avrebbe condotti sul ponte, il cervello di Qhuinn passò dalla preoccupazione
per Layla al rivedere tutte le immagini e i suoni e... i sapori vissuti durante
le ore diurne.
Mentalmente, sapeva che ciò che era
successo tra di loro era stato un sogno - e il suo corpo ricordava
maledettamente bene ogni cosa, come il sesso era stato un marchio nella sua
carne che aveva cambiato il suo modo di vedere le cose per sempre. Eppure,
mentre stava per confrontarsi con la più recente tragedia del cazzo, quella
brevissima sessione sembrava preistoria, non che avesse meno di una notte.
Aveva paura che sarebbe stata unica
e sola.
Non
toccarmi così.
Lamentandosi, si massaggiò la
testa.
"Non riguarda i tuoi
occhi," disse Phury.
"Scusami?"
Phury lanciò un'occhiata verso il
sedile posteriore. "Ehi. Come stiamo andando?" chiese alle femmine.
Quando sia Layla che la dottoressa Jane risposero in maniera affermativa, lui
annuì.
"Sentite, chiuderò per qualche
secondo il pannello divisorio, okay? Va tutto bene qui."
Il Fratello non diede loro la
possibilità di rispondere in alcun modo, e Qhuinn s'irrigidì sul sedile mentre
lo schermo opaco s'innalzava dividendo la berlina in due. Non sarebbe sfuggito
a nessun tipo di confronto, ma questo non voleva dire che stesse cercando il
secondo round - e se Phury stava tagliando fuori quelle due, non sarebbe stata
una cosa gradevole.
"I tuoi occhi non sono il
problema," disse il Fratello.
"Chiedo scusa?"
Phury scostò lo sguardo. "Il
mio essere incazzato non ha niente a che fare col tuo difetto. Layla è
innamorata di te -"
"Non lo è."
"Vedi, adesso mi stai davvero
facendo incazzare."
"Chiedilo a lei."
"Mentre sta perdendo il vostro
bambino?" sbottò il Fratello. "Certo che lo farò."
Mentre Qhuinn trasaliva, Phury
continuò. "Vedi, ecco com'è la cosa con te. Ti piace vivere al limite e
sentirti libero - francamente, credo che ti aiuti a scendere a patti con tutte
le stronzate che la tua famiglia ti ha fatto passare. E se lottassi contro l'immagine che ti sei creato? Niente
può ferirti. E sei libero di crederci o meno, ma riguardo a questo non ho
nessun problema. Sei quel che sei, e superi tutte le notti e i giorni in ogni
modo possibile. Ma quando spezzerai il cuore di un'innocente - soprattutto
sotto la mia tutela? Ecco quando tra me e te ci sarà un problema."
Qhuinn guardò fuori dal finestrino.
Prima di tutto, massimo rispetto per il grande uomo lì di fianco. L'idea che ci
fosse un verdetto contro Qhuinn basato sul suo carattere invece che sul suo
difetto genetico era un gradito cambiamento. E ehi, non è che non fosse
d'accordo col tizio - almeno non fino a un anno prima. Prima di allora?
Diavolo, sì, era stato fuori controllo su parecchi fronti. Ma le cose erano
cambiate. Lui era cambiato.
Evidentemente, il fatto che Blay
non fosse più disponibile era il tipo di calcio nelle palle di cui aveva
bisogno per la sua fottuta crescita.
"Non mi piace più,"
disse.
"Quindi ti stai preparando a farne
la tua compagna?"
Quando non rispose, Phury strinse le spalle. "E qui
ti volevo. Morale della favola - io sono responsabile per lei, legalmente e
moralmente. Posso non comportarmi come Primale in qualche aspetto, ma per il
resto prendo il mio compito dannatamente sul serio. L'idea che tu l'abbia messa
in questo casino mi dà la nausea, e trovo quasi impossibile credere che non lo
abbia fatto per compiacerti - hai detto che entrambi volevate un bambino? Sei
sicuro che non fossi soltanto tu a volerlo, mentre lei voleva renderti felice?
Sarebbe proprio da lei."
Era tutto un discorso retorico. E
non era che Qhuinn volesse criticare la
logica, anche se era sbagliata. Ma mentre si passava una mano tra i capelli,
pensò al fatto che era stata Layla ad andare da lui ed era qualcosa che si
sarebbe tenuto per sé. Se Phury preferiva pensare che fosse tutta colpa sua,
andava bene - avrebbe portato quel carico. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di
alleggerire Layla dalla pressione e dall'attenzione.
Phury guardò attraverso i sedili.
"Non va bene, Qhuinn. Non è così che agisce un vero maschio. E ora guarda
in che situazione si trova. Tu le hai fatto questo. L'hai messa sul sedile
posteriore di quest'auto ed è tutto sbagliato."
Qhuinn strinse forte gli occhi. Beh,
questa cosa gli sarebbe rimbalzata in testa per i prossimi cento anni. Prendere
o lasciare.
E mentre si avviavano alla fine del
ponte e si lasciavano alle spalle le luci scintillanti del centro, tenne la sua
dannata boccaccia chiusa, e anche Phury non parlò più.
Dopotutto, il Fratello aveva detto
tutto, vero?