Lover at Last
2
Intanto
alla magione della Confraternita, Blaylock era seduto sul bordo del letto, il
corpo nudo e arrossato, una patina di sudore sul petto e le spalle. Tra le
gambe, il suo membro era esausto e i suoi fianchi allentati da tutto quello
sfregamento. Nei suoi parametri, il respiro era affaticato e la sua carne richiedeva un po' più ossigeno di
quanto i suoi polmoni riuscissero a fare.
Naturalmente
afferrò il pacchetto di Dunhill rosse che teneva sul comodino.
I
rumori del suo amante che faceva la doccia nel bagno insieme all' odore
speziato del sapone artigianale, erano dolorosamente familiari.
Era
passato quasi un anno ormai.
Tirò
fuori una delle sigarette e prese l'accendino vintage Van Cleef & Arpels
che Saxton gli aveva regalato per il suo compleanno. Era d'oro e il marchio di
fabbrica era in rubini, un delizioso oggetto degli anni quaranta che non
mancava mai di colpire - oppure far cilecca.
Non
appena accese la fiamma, l'acqua nella doccia venne chiusa.
Blay
si allungò verso la fiammella, inalò e abbassò il cappuccio. Come sempre, restò
fuori una piccolissima goccia del liquido all'interno e si mescolò dolcemente
al fumo che esalò -
Qhuinn
odiava il fumo.
Non
l'aveva mai approvato.
Il
che, considerato tutte le cose bizzarre che aveva fatto come solita abitudine,
sembrava alquanto offensivo.
Sesso
con una quantità di sconosciuti nei bagni dei club? Menage a trois con maschi e
femmine? Piercings? Tatuaggi in vari posti?
E
lui non "approvava" il fumo. Come se fosse uno vizio talmente
disgustoso che nessuno sano di mente vorrebbe prenderlo.
Nel
bagno l'asciugacapelli che lui e Saxton dividevano si accese e Blay riusciva a
immaginare quei capelli biondi che aveva stretto tra le dita e tirato forte
muoversi nell'aria artificiale, colpiti dalla luce e brillare sotto i faretti.
Saxton
era bellissimo, la pelle morbida, il corpo muscoloso e aveva un ottimo gusto.
Dio,
gli abiti nel suo armadio! Perfetti. Come se il Grande Gatsby fosse venuto
fuori dalle pagine del libro, avesse fatto un salto alla Quinta Strada e
comprato interi blocchi di alta moda.
Qhuinn
non era mai stato così. Indossava t-shirt Hanes con pantaloni da battaglia
oppure di pelle e indossava ancora lo stesso giubbotto da motociclista che
metteva da dopo la transizione. Niente scarpe Ferragamo o Ballys per lui; New
Rocks con le suole della misura delle ruote di un furgone. Capelli? Spazzolati
se era fortunato. Acqua di colonia? Polvere da sparo e orgasmi.
Diavolo,
in tutti gli anni che Blay conosceva il ragazzo - ed era praticamente dalla
nascita - non aveva mai visto Qhuinn in un completo.
Nessuno
immaginava se il ragazzo sapesse che gli smoking possono essere comprati e non
solo affittati.
Se
Saxton era l'immagine del perfetto aristocratico, Qhuinn era il teppista
completo -
"Tieni,
scrolla la cenere qui."
Blay
sollevò la testa. Saxton era nudo, perfettamente pettinato e profumava di Cool
Water - e teneva tra le mani il pesante posacenere di Baccarat che aveva
comprato come regalo del solstizio d'estate. Anche questo era degli anni
quaranta e pesava come una palla da bowling.
Blay
l'accettò tenendolo nel palmo della mano. "Sei andando a lavorare?"
Come
se non fosse ovvio.
"Già."
Saxton
si girò mostrando il suo culo spettacolare mentre andava all'armadio.
Tecnicamente il ragazzo avrebbe dovuto stare in una delle camere degli ospiti,
ma nel tempo i suoi indumenti si erano trasferiti lì.
E
il fumo non lo disturbava. Ogni tanto ne dividevano un po' dopo un particolare scambio...
energetico, diciamo.
"Come
sta andando?" disse Blay esalando una boccata di fumo. "Il tuo
incarico segreto o quello che è."
"Abbastanza
bene. Ho quasi finito."
"Significa
che potrai dirmi finalmente di cosa si tratta?"
"Lo
saprai presto."
Mentre
sentiva il rumore di una camicia che veniva indossata, Blay fissò la punta brillante
della sua sigaretta. Saxton stava lavorando a qualcosa di segretissimo per il
re e non c' era stata alcuna confidenza di letto - che probabilmente era solo
una delle ragioni per cui Wrath lo aveva
fatto diventare il suo avvocato personale. Saxton era discreto come il caveau
di una banca.
Qhuinn,
dal canto suo, non era mai stato capace di mantenere un segreto. Dalle feste a
sorpresa ai pettegolezzi agli imbarazzanti particolari come quando sei stato
beccato a letto con una puttana economica a -
"Blay?"
"Scusami,
che c'è?"
Saxton
uscì dall'armadio completamente vestito con un tre pezzi in tweed di Ralph
Lauren. "Ho detto ci vediamo all'ultimo pasto."
"Oh.
È così tardi?"
"Sì."
Supponeva
che avessero scopato a modo loro non appena aveva fatto giorno - che era come
avevano continuato a rotolarsi da allora...
Dio.
Non poteva neanche pensare a cosa era successo appena una settimana prima. Non
riusciva nemmeno a costruirsi le parole in mente riguardo a come si era sentito
nei confronti di una cosa di cui non si sarebbe mai dovuto preoccupare che
succedesse - proprio di fronte ai suoi occhi.
E
lui aveva pensato che essere rifiutato da Qhuinn fosse stato la cosa peggiore?
Vedere
il ragazzo avere un bambino con una femmina -
Accidenti,
doveva rispondere al suo ragazzo, non è vero? "Sì, sicuramente. Ci vediamo
dopo."
Ci
fu una lieve esitazione, poi Saxton si avvicinò e diede un bacio alle labbra di
Blay. "Sei di rotazione stasera?"
Blay
annuì tenendo la sigaretta lontana dal meraviglioso abito del maschio affinché non
si bruciasse. "Stavo leggendo il New
Yorker a forse comincio a vedere Dalla
Terrazza."
Saxton
sorrise, apprezzando con interesse entrambi.
"Come
t'invidio. Quando avrò finito, prenderò diverse notti di ferie dove mi
rilasserò soltanto."
"Potremmo
andare da qualche parte magari."
"Forse
sì."
L'espressione
tesa su quel viso stupendo fu veloce e triste.
Perché
Saxton sapeva che non sarebbero andati da nessuna parte.
E
non solo perché una vacanza all-inclusive in un resort Sandals non era nel loro
futuro.
"Stammi
bene," disse Saxton accarezzando la guancia di Blay col dorso della mano.
Blay
la strinse. "Anche tu."
un
attimo dopo la porta fu aperta e chiusa... e lui restò solo. Seduto sul letto
disfatto nel silenzio che sembrava schiacciarlo da ogni lato, fumò la sua
sigaretta fino al filtro, la spense nel
posacenere e ne accese un'altra.
Chiudendo
gli occhi, provò a ricordare il suono dei gemiti di Saxton oppure la sua
schiena inarcata o ancora la sensazione di stare pelle contro pelle.
Ma
non poteva.
Ed
era quella la radice del problema, vero?
* * *
"Fammi
capire bene," disse V in modo strascicato al telefono.
"Hai
perso il tuo Hummer."
Qhuinn
voleva spaccarsi la testa nel vetro delle finestra.
"Sì.
Quindi vorresti per favore -"
"Come
hai fatto a perdere un auto che pesa più di tre tonnellate?"
"Non
è importante -"
"Beh,
lo è se vuoi che acceda al GPS e dirti dove trovarla - che poi è il motivo per
cui mi stai chiamando, giusto? O pensi che una confessione senza dettagli vada
bene per l'anima o qualche altra cagata."
"Holasciatolechiavidentro."
"Scusami,
non ho afferrato."
Stronzata.
"Ho lasciato le chiavi dentro."
"Che
mossa idiota, figliolo."
Non.
Sto. Scherzando. "Se potessi aiutarmi -"
"Ti
ho appena mandato il link via e-mail - quando recuperi l'auto?"
"Sì?"
"Controlla
se i ladruncoli si son presi un momento per sistemare il sedile in avanti -
sai, per star più comodi o roba così. Perché probabilmente non l'avrebbero
fatto se fossero andati di fretta, ma avendo le chiavi... "
Il
suono di Vishous mentre sputava fuori le parole era come esser presi a pagaiate
in testa con un paraurti. "Ascolta. Devo andare. Ho bisogno di tutte e due
le mani per tenermi la pancia dal troppo ridere. A dopo."
Quando
la chiamata s'interruppe, Qhuinn si prese un momento per trattenersi dal
lanciare il telefono.
Sì,
perché perdere anche quello sarebbe davvero servito a qualcosa.
Entrò
nel suo account Hotmail e si chiese quanto tempo ci sarebbe voluto per far
dimenticare questa figuraccia, col mirino puntato sulla sua dannata macchina.
"Si
sta dirigendo a ovest." Voltò il telefono per farlo vedere a John.
"Andiamo."
Mentre
si smaterializzava, Qhuinn era vagamente cosciente che il livello della sua
rabbia era sproporzionato rispetto al problema. Quando le sue molecole si
separarono, era come una miccia pronta a connettersi con della dinamite - e non
era solo riguardo all'essere un coglione, oppure all'aver perso l'auto, o il
fatto che sembrasse un'idiota agli occhi di uno dei maschi che rispettava di
più nella Confraternita.
C'era
ben altra merda.
Prendendo
forma su una strada di campagna, controllò di nuovo il telefono e attese che
arrivasse John. Quando lo fece, ricalcolò la distanza e andarono ancora a
ovest, avvicinandosi, direzionandosi con riferimenti incrociati... fino a che
Qhuinn apparve nella precisa striscia d'asfalto ricoperta di neve dov'era il
suo maledetto Hummer.
Più
o meno a un centinaio di metri avanti al veicolo.
Qualsiasi
figlio di puttana che era dietro allo sterzo stava andando a sessanta miglia
all'ora nella neve in una curva. Ma che...
Bene,
chiamarli stupidi era esattamente il tipo di aggettivo da rivolgere a se
stesso.
Fammi sparare alle gomme, disse John con le mani, come se sapesse che una pistola
nelle mani di Qhuinn non fosse la migliore idea del mondo.
Prima
che il ragazzo tirasse fuori la sua calibro quaranta, comunque, Qhuinn si
smaterializzò... e prese forma proprio sopra al tetto del SUV.
Prima
di tutto si mise sul parabrezza col culo congelato dal vento così freddo da
trasformarlo in un insetto sul vetro. E poi fu una cosa tipo Ma ciaooo! Grazie alla luce del
cruscotto, riuscì a leggere il Oh Mio
Dio! sulle facce dei tizi seduti davanti... e la sua brillante idea divenne
la stronzata numero due della serata.
Invece
di frenare, quello che guidava sterzò bruscamente, come se potesse evitare
quello che c'era già sul tetto dell'Hummer.
Il
movimento scomposto liberò il corpo di Qhuinn lasciandolo come in assenza di
gravità mentre cercava di tenere gli occhi sulla sua auto.
Finì
con lui vincitore.
Sebbene
gli Hummers fossero ideati e costruiti per altre cose oltre l'aerodinamica e la
capacità frenante, le leggi della fisica afferrarono tutto quel ben di Dio
di metallo e lo fecero rotolare nella
merda. Nel processo, e a dispetto del manto di neve, l'acciaio incontrò
l'asfalto, e l'acuto urlo da soprano si perse nella notte -
L'impatto
tonante del SUV che graffiava qualche tipo di oggetto della misura di una casa
bloccò tutto quel miagolio. Qhuinn non prestò molta attenzione all'incidente
comunque, perché era atterrato anche lui, la strada asfaltata lo colpì alla
spalla e al fianco, mentre il suo corpo preparava la propria versione di
pancetta coppata sul manto stradale ricoperto di neve.
CRACK!
Il
suo slancio venne fermato quasi subito, qualcosa di duro lo beccò in testa -
Cominciò
una spettacolare esibizione di luci, come se qualcuno avesse acceso un fuoco
d'artificio proprio davanti alla sua faccia. Poi arrivò il momento
dell'uccellino Twetty, piccole stelle presero a girare mentre il dolore esplodeva
in vari punti.
Spingendosi
contro qualunque cosa gli fosse più vicino - non era sicuro che fosse il
terreno o un albero o il ciccione Babbo Natale vestito di rosso, si rilassò
sulla schiena.
Mentre
giaceva supino, il freddo gli arrivò alla testa aiutandolo ad affievolire le
cose.
Voleva
alzarsi. Controllare l'Hummer. Fare il culo a chiunque si fosse avvantaggiato
del suo attimo da biondo bello e idiota. Ma era come se il suo cervello
lavorasse da solo. Il suo corpo si era messo al posto di guida e non aveva
intenzione di andare in nessun fottutissimo posto.
Sdraiato
immobile con delle nuvolette ghiacciate che uscivano distorte a ogni respiro,
il tempo prese a rallentare e poi a distorcersi. Per un secondo divenne tutto
confuso su cosa lo avesse messo al lato della strada. Che incidente aveva
causato?
Oppure...
quella Guardia d'Onore da prima degli attacchi?
Questa
cosa della schiena sull'asfalto, era un ricordo del passato o stava accadendo
nel presente?
La
buona notizia era che mettere in ordine la realtà dava al suo cervello qualcosa
da fare. La cattiva era che i ricordi della notte in cui la sua famiglia
l'aveva ripudiato erano molto più dolorosi di tutto quello che sentiva al
momento nel proprio corpo.
Dio,
era tutto così chiaro, il doggen che
gli porgeva gl'incartamenti e gli chiedeva del sangue per il rituale di
purificazione. Lui che si tirava il borsone sulla spalla e usciva dalla casa
per l'ultima volta. La strada lunga di fronte a lui, vuota e buia -
Questa
strada, realizzò. Questa era proprio la strada dove era andato giù. O... era
giù adesso... vabbè. Quando aveva lasciato la casa dei suoi genitori, voleva
andare a ovest, dove aveva sentito che c'era un clan di stronzi ribelli come
lui. Invece, quattro maschi si erano presentati con i mantelli incappucciati e
lo avevano picchiato a morte - letteralmente. Era arrivato alla porta del Fado
e lì, aveva visto un futuro a cui non aveva creduto... fino a che non era
successo. Stava succedendo - proprio adesso. Con Layla...
Oh,
guarda, John gli stava parlando.
Proprio
di fronte ai suoi occhi, le mani del ragazzo si muovevano per parlare, e Qhuinn
voleva rispondere con qualche aggiornamento -
"È
la realtà questa?" mormorò.
John
lo fissò momentaneamente disorientato.
Doveva
esserlo, pensò Qhuinn. Perché la Guardia d'Onore era arrivata d'estate e l'aria
che stava respirando era fredda.
Stai bene? sillabò John seguito dalle mani.
Qhuinn
mise la mano sul terreno innevato e spinse più forte che poté. Quando non si
mosse più di un centimetro o due, lasciò che il gesto parlasse da sé... e
svenne.
Grazie cristiana botta botta piri piri!!! Ci stai dando dei meravigliosi pezzi in anteprima - scusa le battute - ma sono sempre felice delle anticipazioni che pubblicate sui vs blog - lover at last con i suoi protagonisti principali e' così atteso che ogni più piccolo pezzo e' sempre graditissimo. Salve alla prossima Adele
RispondiEliminaLeggi pure tutto, Adele cara, oggi posto anche il 9° capitolo! :D
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