mercoledì 10 aprile 2013

Traduzione Capitolo 2 di Lover at Last di J.R.Ward


Lover at Last

2

Intanto alla magione della Confraternita, Blaylock era seduto sul bordo del letto, il corpo nudo e arrossato, una patina di sudore sul petto e le spalle. Tra le gambe, il suo membro era esausto e i suoi fianchi allentati da tutto quello sfregamento. Nei suoi parametri, il respiro era affaticato e la sua  carne richiedeva un po' più ossigeno di quanto i suoi polmoni riuscissero a fare.
Naturalmente afferrò il pacchetto di Dunhill rosse che teneva sul comodino.
I rumori del suo amante che faceva la doccia nel bagno insieme all' odore speziato del sapone artigianale, erano dolorosamente familiari.
Era passato quasi un anno ormai.
Tirò fuori una delle sigarette e prese l'accendino vintage Van Cleef & Arpels che Saxton gli aveva regalato per il suo compleanno. Era d'oro e il marchio di fabbrica era in rubini, un delizioso oggetto degli anni quaranta che non mancava mai di colpire - oppure far cilecca.
Non appena accese la fiamma, l'acqua nella doccia venne chiusa.
Blay si allungò verso la fiammella, inalò e abbassò il cappuccio. Come sempre, restò fuori una piccolissima goccia del liquido all'interno e si mescolò dolcemente al fumo che esalò -
Qhuinn odiava il fumo.
Non l'aveva mai approvato.
Il che, considerato tutte le cose bizzarre che aveva fatto come solita abitudine, sembrava alquanto offensivo.
Sesso con una quantità di sconosciuti nei bagni dei club? Menage a trois con maschi e femmine? Piercings? Tatuaggi in vari posti? 
E lui non "approvava" il fumo. Come se fosse uno vizio talmente disgustoso che nessuno sano di mente vorrebbe prenderlo.
Nel bagno l'asciugacapelli che lui e Saxton dividevano si accese e Blay riusciva a immaginare quei capelli biondi che aveva stretto tra le dita e tirato forte muoversi nell'aria artificiale, colpiti dalla luce e brillare sotto i faretti.
Saxton era bellissimo, la pelle morbida, il corpo muscoloso e aveva un ottimo gusto.
Dio, gli abiti nel suo armadio! Perfetti. Come se il Grande Gatsby fosse venuto fuori dalle pagine del libro, avesse fatto un salto alla Quinta Strada e comprato interi blocchi di alta moda.
Qhuinn non era mai stato così. Indossava t-shirt Hanes con pantaloni da battaglia oppure di pelle e indossava ancora lo stesso giubbotto da motociclista che metteva da dopo la transizione. Niente scarpe Ferragamo o Ballys per lui; New Rocks con le suole della misura delle ruote di un furgone. Capelli? Spazzolati se era fortunato. Acqua di colonia? Polvere da sparo e orgasmi.
Diavolo, in tutti gli anni che Blay conosceva il ragazzo - ed era praticamente dalla nascita - non aveva mai visto Qhuinn in un completo.
Nessuno immaginava se il ragazzo sapesse che gli smoking possono essere comprati e non solo affittati.
Se Saxton era l'immagine del perfetto aristocratico, Qhuinn era il teppista completo -
"Tieni, scrolla la cenere qui."
Blay sollevò la testa. Saxton era nudo, perfettamente pettinato e profumava di Cool Water - e teneva tra le mani il pesante posacenere di Baccarat che aveva comprato come regalo del solstizio d'estate. Anche questo era degli anni quaranta e pesava come una palla da bowling.
Blay l'accettò tenendolo nel palmo della mano. "Sei andando a lavorare?"
Come se non fosse ovvio.
"Già."
Saxton si girò mostrando il suo culo spettacolare mentre andava all'armadio. Tecnicamente il ragazzo avrebbe dovuto stare in una delle camere degli ospiti, ma nel tempo i suoi indumenti si erano trasferiti lì.
E il fumo non lo disturbava. Ogni tanto ne dividevano un  po' dopo un particolare scambio... energetico, diciamo.
"Come sta andando?" disse Blay esalando una boccata di fumo. "Il tuo incarico segreto o quello che è."
"Abbastanza bene. Ho quasi finito."
"Significa che potrai dirmi finalmente di cosa si tratta?"
"Lo saprai presto."
Mentre sentiva il rumore di una camicia che veniva indossata, Blay fissò la punta brillante della sua sigaretta. Saxton stava lavorando a qualcosa di segretissimo per il re e non c' era stata alcuna confidenza di letto - che probabilmente era solo una delle ragioni per cui Wrath  lo aveva fatto diventare il suo avvocato personale. Saxton era discreto come il caveau di una banca.
Qhuinn, dal canto suo, non era mai stato capace di mantenere un segreto. Dalle feste a sorpresa ai pettegolezzi agli imbarazzanti particolari come quando sei stato beccato a letto con una puttana economica a -
"Blay?"
"Scusami, che c'è?"
Saxton uscì dall'armadio completamente vestito con un tre pezzi in tweed di Ralph Lauren. "Ho detto ci vediamo all'ultimo pasto."
"Oh. È così tardi?"
"Sì."
Supponeva che avessero scopato a modo loro non appena aveva fatto giorno - che era come avevano continuato a rotolarsi da allora...
Dio. Non poteva neanche pensare a cosa era successo appena una settimana prima. Non riusciva nemmeno a costruirsi le parole in mente riguardo a come si era sentito nei confronti di una cosa di cui non si sarebbe mai dovuto preoccupare che succedesse - proprio di fronte ai suoi occhi.
E lui aveva pensato che essere rifiutato da Qhuinn fosse stato la cosa peggiore?
Vedere il ragazzo avere un bambino con una femmina -
Accidenti, doveva rispondere al suo ragazzo, non è vero? "Sì, sicuramente. Ci vediamo dopo."
Ci fu una lieve esitazione, poi Saxton si avvicinò e diede un bacio alle labbra di Blay. "Sei di rotazione stasera?"
Blay annuì tenendo la sigaretta lontana dal meraviglioso abito del maschio affinché non si bruciasse. "Stavo leggendo il New Yorker a forse comincio a vedere Dalla Terrazza."
Saxton sorrise, apprezzando con interesse entrambi.
"Come t'invidio. Quando avrò finito, prenderò diverse notti di ferie dove mi rilasserò soltanto."
"Potremmo andare da qualche parte magari."
"Forse sì."
L'espressione tesa su quel viso stupendo fu veloce e triste.
Perché Saxton sapeva che non sarebbero andati da nessuna parte.
E non solo perché una vacanza all-inclusive in un resort Sandals non era nel loro futuro.
"Stammi bene," disse Saxton accarezzando la guancia di Blay col dorso della mano.
Blay la strinse. "Anche tu."
un attimo dopo la porta fu aperta e chiusa... e lui restò solo. Seduto sul letto disfatto nel silenzio che sembrava schiacciarlo da ogni lato, fumò la sua sigaretta fino al  filtro, la spense nel posacenere e ne accese un'altra.
Chiudendo gli occhi, provò a ricordare il suono dei gemiti di Saxton oppure la sua schiena inarcata o ancora la sensazione di stare pelle contro pelle.
Ma non poteva.
Ed era quella la radice del problema, vero?

*   *   * 

"Fammi capire bene," disse V in modo strascicato al telefono.
"Hai perso il tuo Hummer."
Qhuinn voleva spaccarsi la testa nel vetro delle finestra.
"Sì. Quindi vorresti per favore -"
"Come hai fatto a perdere un auto che pesa più di tre tonnellate?"
"Non è importante -"
"Beh, lo è se vuoi che acceda al GPS e dirti dove trovarla - che poi è il motivo per cui mi stai chiamando, giusto? O pensi che una confessione senza dettagli vada bene per l'anima o qualche altra cagata."
"Holasciatolechiavidentro."
"Scusami, non ho afferrato."
Stronzata. "Ho lasciato le chiavi dentro."
"Che mossa idiota, figliolo."
Non. Sto. Scherzando. "Se potessi aiutarmi -"
"Ti ho appena mandato il link via e-mail - quando recuperi l'auto?"
"Sì?"
"Controlla se i ladruncoli si son presi un momento per sistemare il sedile in avanti - sai, per star più comodi o roba così. Perché probabilmente non l'avrebbero fatto se fossero andati di fretta, ma avendo le chiavi... "
Il suono di Vishous mentre sputava fuori le parole era come esser presi a pagaiate in testa con un paraurti. "Ascolta. Devo andare. Ho bisogno di tutte e due le mani per tenermi la pancia dal troppo ridere. A dopo."
Quando la chiamata s'interruppe, Qhuinn si prese un momento per trattenersi dal lanciare il telefono.
Sì, perché perdere anche quello sarebbe davvero servito a qualcosa.
Entrò nel suo account Hotmail e si chiese quanto tempo ci sarebbe voluto per far dimenticare questa figuraccia, col mirino puntato sulla sua dannata macchina.
"Si sta dirigendo a ovest." Voltò il telefono per farlo vedere a John. "Andiamo."
Mentre si smaterializzava, Qhuinn era vagamente cosciente che il livello della sua rabbia era sproporzionato rispetto al problema. Quando le sue molecole si separarono, era come una miccia pronta a connettersi con della dinamite - e non era solo riguardo all'essere un coglione, oppure all'aver perso l'auto, o il fatto che sembrasse un'idiota agli occhi di uno dei maschi che rispettava di più nella Confraternita.
C'era ben altra merda.
Prendendo forma su una strada di campagna, controllò di nuovo il telefono e attese che arrivasse John. Quando lo fece, ricalcolò la distanza e andarono ancora a ovest, avvicinandosi, direzionandosi con riferimenti incrociati... fino a che Qhuinn apparve nella precisa striscia d'asfalto ricoperta di neve dov'era il suo maledetto Hummer.
Più o meno a un centinaio di metri avanti al veicolo.
Qualsiasi figlio di puttana che era dietro allo sterzo stava andando a sessanta miglia all'ora nella neve in una curva. Ma che...
Bene, chiamarli stupidi era esattamente il tipo di aggettivo da rivolgere a se stesso.
Fammi sparare alle gomme, disse John con le mani, come se sapesse che una pistola nelle mani di Qhuinn non fosse la migliore idea del mondo.
Prima che il ragazzo tirasse fuori la sua calibro quaranta, comunque, Qhuinn si smaterializzò... e prese forma proprio sopra al tetto del SUV.
Prima di tutto si mise sul parabrezza col culo congelato dal vento così freddo da trasformarlo in un insetto sul vetro. E poi fu una cosa tipo Ma ciaooo! Grazie alla luce del cruscotto, riuscì a leggere il Oh Mio Dio! sulle facce dei tizi seduti davanti... e la sua brillante idea divenne la stronzata numero due della serata.
Invece di frenare, quello che guidava sterzò bruscamente, come se potesse evitare quello che c'era già sul tetto dell'Hummer.
Il movimento scomposto liberò il corpo di Qhuinn lasciandolo come in assenza di gravità mentre cercava di tenere gli occhi sulla sua auto.
Finì con lui vincitore.
Sebbene gli Hummers fossero ideati e costruiti per altre cose oltre l'aerodinamica e la capacità frenante, le leggi della fisica afferrarono tutto quel ben di Dio di  metallo e lo fecero rotolare nella merda. Nel processo, e a dispetto del manto di neve, l'acciaio incontrò l'asfalto, e l'acuto urlo da soprano si perse nella notte -
L'impatto tonante del SUV che graffiava qualche tipo di oggetto della misura di una casa bloccò tutto quel miagolio. Qhuinn non prestò molta attenzione all'incidente comunque, perché era atterrato anche lui, la strada asfaltata lo colpì alla spalla e al fianco, mentre il suo corpo preparava la propria versione di pancetta coppata sul manto stradale ricoperto di neve.
CRACK!
Il suo slancio venne fermato quasi subito, qualcosa di duro lo beccò in testa -
Cominciò una spettacolare esibizione di luci, come se qualcuno avesse acceso un fuoco d'artificio proprio davanti alla sua faccia. Poi arrivò il momento dell'uccellino Twetty, piccole stelle presero a girare mentre il dolore esplodeva in vari punti.
Spingendosi contro qualunque cosa gli fosse più vicino - non era sicuro che fosse il terreno o un albero o il ciccione Babbo Natale vestito di rosso, si rilassò sulla schiena.
Mentre giaceva supino, il freddo gli arrivò alla testa aiutandolo ad affievolire le cose.
Voleva alzarsi. Controllare l'Hummer. Fare il culo a chiunque si fosse avvantaggiato del suo attimo da biondo bello e idiota. Ma era come se il suo cervello lavorasse da solo. Il suo corpo si era messo al posto di guida e non aveva intenzione di andare in nessun fottutissimo posto.
Sdraiato immobile con delle nuvolette ghiacciate che uscivano distorte a ogni respiro, il tempo prese a rallentare e poi a distorcersi. Per un secondo divenne tutto confuso su cosa lo avesse messo al lato della strada. Che incidente aveva causato?
Oppure... quella Guardia d'Onore da prima degli attacchi?
Questa cosa della schiena sull'asfalto, era un ricordo del passato o stava accadendo nel presente?
La buona notizia era che mettere in ordine la realtà dava al suo cervello qualcosa da fare. La cattiva era che i ricordi della notte in cui la sua famiglia l'aveva ripudiato erano molto più dolorosi di tutto quello che sentiva al momento nel proprio corpo.
Dio, era tutto così chiaro, il doggen che gli porgeva gl'incartamenti e gli chiedeva del sangue per il rituale di purificazione. Lui che si tirava il borsone sulla spalla e usciva dalla casa per l'ultima volta. La strada lunga di fronte a lui, vuota e buia -
Questa strada, realizzò. Questa era proprio la strada dove era andato giù. O... era giù adesso... vabbè. Quando aveva lasciato la casa dei suoi genitori, voleva andare a ovest, dove aveva sentito che c'era un clan di stronzi ribelli come lui. Invece, quattro maschi si erano presentati con i mantelli incappucciati e lo avevano picchiato a morte - letteralmente. Era arrivato alla porta del Fado e lì, aveva visto un futuro a cui non aveva creduto... fino a che non era successo. Stava succedendo - proprio adesso. Con Layla...
Oh, guarda, John gli stava parlando.
Proprio di fronte ai suoi occhi, le mani del ragazzo si muovevano per parlare, e Qhuinn voleva rispondere con qualche aggiornamento -
"È la realtà questa?" mormorò.
John lo fissò momentaneamente disorientato.
Doveva esserlo, pensò Qhuinn. Perché la Guardia d'Onore era arrivata d'estate e l'aria che stava respirando era fredda.
Stai bene? sillabò John seguito dalle mani.
Qhuinn mise la mano sul terreno innevato e spinse più forte che poté. Quando non si mosse più di un centimetro o due, lasciò che il gesto parlasse da sé... e svenne. 

2 commenti:

  1. Grazie cristiana botta botta piri piri!!! Ci stai dando dei meravigliosi pezzi in anteprima - scusa le battute - ma sono sempre felice delle anticipazioni che pubblicate sui vs blog - lover at last con i suoi protagonisti principali e' così atteso che ogni più piccolo pezzo e' sempre graditissimo. Salve alla prossima Adele

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    1. Leggi pure tutto, Adele cara, oggi posto anche il 9° capitolo! :D

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